Nell’approfondimento di oggi vi raccontiamo qualcosa di più sulle persone che stanno dietro agli oggetti di design di Numi. Vi proponiamo un’intervista a Daniele Volpato, falegname dal 1990, appassionato apicoltore, fondatore e quello che in Numi Design definiamo come il “The Maker”. Ma non perdiamo altro tempo: lasciamo la parola a Daniele.
Daniele che cos’è per te un salvadanaio, l’oggetto di design che rappresenta un po’ il simbolo del progetto NUMI?
Una forma di risparmio da utilizzare per una qualsiasi esigenza. Può essere un contenitore fisico oppure un conto bancario particolare. Lo scopo di questo risparmio non è però lo soddisfare le spese quotidiane ma quello di realizzare qualche desiderio: il primo viaggio all’estero, il cellulare nuovo, l’orologio, la chitarra elettrica o una vacanza con le persone a cui vuoi bene. Cose che non comperi nella normale quotidianità.
Che significato dai alla parola “sostenibilità”?
Cercare di limitare e ambire all’eliminazione di tutto ciò che è superfluo. L’uso di risorse che non siano provenienti da una filiera controllata. Utilizzare materie prime che possano essere riciclate o da riciclo. Cercare di produrre qualcosa senza fare danno al futuro del nostro pianeta. La sostenibilità è per me qualcosa che unisce etica e praticità.
Come nasce l’idea di Numi Design?
Numi nasce dalla volontà di valorizzare il genio creativo di un gruppo di amici con una passione in comune. Noi fondatori all’interno dello stesso ambiente di lavoro ci siamo trovati spesso a collaborare con architetti e progetti di grandissima importanza, risolvere sfide che sembravano irraggiungibili sulla carta.
La volontà di far conoscere anche al resto del mondo le nostre doti e non lavorare sempre all’ombra di grandi nomi è stata la scintilla che ci ha fatto partire. Avevamo già partecipato con idee totalmente diverse ad alcuni concorsi con piazzamenti sempre tra le prime posizioni. Bisognava quindi pensare a come far partire qualcosa, ma il problema era la difficoltà economica nell’avviare un progetto. Anche il partecipare a un concorso o preparare i prototipi era una sfida non da poco.
A seguito dello sviluppo di un altro progetto da parte mia, concluso con la registrazione di due brevetti europei e la messa in commercio degli oggetti legati a questi ultimi, mi sono trovato con degli utili, che ho deciso di mettere a disposizione del gruppo. Il 7 dicembre 2022, ad una cena in un ristorante chiamato “Casa Fortuna”, ho fatto la proposta: si è deciso di provare a partire!
Ci illustreresti il significato della parola parola Numi?
Dopo i primi incontri, dovevamo darci un’identità, un nome, o dare un nome al progetto. Numi è stata una mia proposta.
Avevo da poco perso alcuni cari amici coi quali condividevo molti sogni e progetti comuni. Cercando sinonimi di “angeli custodi e divinità protettrici”
mi sono imbattuto in NUMI. Ricordo benissimo il luogo, gli odori e la mia felicità nell’aver trovato un nome con un legame così forte con il mio stato d’animo, ma allo stesso tempo con un significato così bello.
Cinque minuti dopo avevo già comprato tutti i domini che potevano servirci; adesso c’era bisogno di creare un logo. Una volta proposto il nome al team è stato un SI unanime, e da lì a qualche settimana abbiamo iniziato a fare alcune bozze del logo. Le prime bozze sono state di Manuel. Lui ha scoperto che poteva farlo diventare un ambigramma. Lo abbiamo perfezionato tutti assieme con Alessandro [Alessandro Toso Fei di Etra Comunicazione, N.d.R.].
A quel punto con un nome e un bellissimo logo eravamo pronti per buttarci in una nuova sfida.
Quale ruolo rivesti all’interno di Numi Design?
Penso di avere il ruolo di MAKER, la persona che mette in pratica le idee, crea i prototipi, conosce i materiali e le caratteristiche tecniche di ognuno di essi.
Penso di essere anche il sognatore pazzo che trascina gli altri verso la realizzazione del sogno. La persona che trova sempre la soluzione alternativa per risolvere un problema.
Mano dell’uomo e mano della natura: conciliabili oppure no?
Assolutamente sì. Abbiamo un pioppeto con più di 650 alberi ed altri 500 li andremo a piantare quest’anno. Siamo appassionati di apicoltura; andare in apiario e seguire i ritmi di un insetto così fragile ci aiuta a fare attenzione e ci indirizza verso realtà produttive che abbiano a cuore l’ambiente.
Per quanto riguarda i manufatti natura e uomo possono produrre oggetti di ineguagliabile bellezza. Penso che forse non giudicare come difetto (cosa tipica delle grandi catene produttive) alcune caratteristiche dei materiali naturali gioverebbe a entrambi.
Hai un legame speciale con il Brasile. Ci racconti la tua esperienza in questo bellissimo Paese?
Ho chiesto un’aspettativa e sono partito per quattro mesi a lavorare con i “bambini di strada”. In Brasile ho avuto la possibilità di vedere le conseguenze che produce lo sfruttamento incontrollato delle risorse. Ho vissuto un mese come ospite di alcuni amici volontari in Amazzonia. È stata un’esperienza di vita indicibile.
Ho visto la deforestazione nel pieno della sua forza e le conseguenze che questa ha sulla popolazione. Mi ha messo un tarlo in testa che mi faceva guardare ogni singolo pezzo di legno in maniera diversa. In falegnameria dicevo di continuo “non sprecate legno, non perché costa, ma perché vale molto di più di quello che costa”.
Quanto c’è di made in Veneto in Numi Design?
Abbiamo cercato di avere una filiera corta, usando i legni da allevamento o da tagli selettivi delle nostre bellissime montagne. Non useremo per nessuna ragione al mondo legni da deforestazione di foresta primaria. I pannelli sono stati realizzati e certificati su nostra specifica richiesta con materiali sostenibili.
La plastica è da riciclo e stiamo collaborando con un’azienda leader nel settore di Torino per sviluppare un salvadanaio completamente compostabile ottenuto da materie non fossili e con la fibra di canapa ottenuta dal recupero dei sacchi di caffe. Una ditta produttrice locale si occupa della stampa, le parti in metallo sono realizzate in provincia di Venezia, lo stesso per il packaging realizzato in cartone riciclato senza punti colla e i sacchetti in cotone naturale tessuti e confezionati in Italia.
Possono essere dettagli non percepiti dal cliente finale, ma la differenza dal punto di vista ambientale è di forte impatto, oltre al fatto che sosteniamo le PMI locali.
“Non puoi aspettare che arrivi l’ispirazione. Devi andare in cerca con un bastone.” Sei d’accordo con questa frase di Jack London?
Concordo pienamente! Anche nello sviluppo dei nostri prodotti destinati ai clienti più esigenti o delle soluzioni che hanno dato il via al nostro progetto, nulla è capitato a caso. Ricerca e studio sono state la base per la nascita di molti dei nostri progetti.
Spesso riceviamo una richiesta per risolvere una problematica; studio, esperienza e la possibilità di stampare prototipi in 3D su cui ragionare fanno in modo di trovare soluzioni a cui mai nessuno aveva pensato. Senza il bastone per spostare le erbacce e muovere la terra spesso non trovi quello che cerchi.
Aggiungo che oltre al bastone ci vuole pazienza e perseveranza.
Quanto conta la ricerca delle materie prime in Numi Design?
La ricerca delle materie prime per noi è estremamente difficile. Facciamo fatica a trovare materiali che ci soddisfino appieno, in quanto non tutti i fornitori hanno questa attenzione. Vincono spesso logiche di mercato dettate puramente dal prezzo. Tuttavia troviamo da piccoli produttori materie di qualità rara.
Un’ultima domanda, presa in prestito dai colloqui di lavoro: come ti vedi tra dieci anni?
Ho pensato a lungo a cosa rispondere a questa domanda, ma voglio usare un testo di un poeta brasiliano, che è riuscito ad esprimere benissimo come mi sento ora, in modo da farti capire come voglio essere tra 10 anni.
Ho contato i miei anni – Mario de Andrade
“Ho contato i miei anni ed ho scoperto che ho meno tempo da vivere da ora in avanti, rispetto a quanto ho vissuto finora…
Mi sento come quel bimbo cui regalano un sacchetto di caramelle: le prime le mangia felice e in fretta, ma, quando si accorge che gliene rimangono poche, comincia a gustarle profondamente.
Non ho tempo per riunioni interminabili, in cui si discutono statuti, leggi, procedimenti e regolamenti interni, sapendo che alla fine non si concluderà nulla.
Non ho tempo per sopportare persone assurde che, oltre che per l’età anagrafica, non sono cresciute per nessun altro aspetto.
Non ho tempo, da perdere per sciocchezze.
Non voglio partecipare a riunioni in cui sfilano solo “Ego” gonfiati.
Ora non sopporto i manipolatori, gli arrivisti, né gli approfittatori.
Mi disturbano gli invidiosi, che cercano di discreditare i più capaci, per appropriarsi del loro talento e dei loro risultati.
Detesto, se ne sono testimone, gli effetti che genera la lotta per un incarico importante.
Le persone non discutono sui contenuti, ma solo sui titoli…
Ho poco tempo per discutere di beni materiali o posizioni sociali.
Amo l’essenziale, perché la mia anima ora ha fretta…
E con così poche caramelle nel sacchetto…
Adesso, così solo, voglio vivere tra gli esseri umani, molto sensibili.
Gente che sappia amare e burlarsi dell’ingenuo e dei suoi errori.
Gente molto sicura di se stessa , che non si vanti dei suoi lussi e delle sue ricchezze.
Gente che non si consideri eletta anzitempo.
Gente che non sfugga alle sue responsabilità.
Gente molto sincera che difenda la dignità umana.
Con gente che desideri solo vivere con onestà e rettitudine.
Perché solo l’essenziale é ciò che fa sì che la vita valga la pena viverla.
Voglio circondarmi di gente che sappia arrivare al cuore delle altre persone …
Gente cui i duri colpi della vita, abbiano insegnato a crescere con dolci carezze nell’anima.
Sí… ho fretta… per vivere con l’intensità che niente più che la maturità ci può dare.
Non intendo sprecare neanche una sola caramella di quelle che ora mi restano nel sacchetto.
Sono sicuro che queste caramelle saranno più squisite di quelle che ho mangiato finora.
Il mio obiettivo, alla fine, é andar via soddisfatto e in pace con i miei cari e con la mia coscienza.
Ti auguro che anche il tuo obiettivo sia lo stesso, perché, in qualche modo, anche tu te ne andrai…
(Fonte: sito Uffici Stampa Nazionali)
Riassumendo, tra 10 anni mi vorrei realizzare in un’attività economicamente sostenibile e che mi dia da vivere ma allo stesso tempo mi lasci, alla fine, essere soddisfatto e in pace con i miei cari e con la mia coscienza sapendo di non aver sprecato neanche una caramella… e con caramella intendo anche talenti lavorativi.